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LA BATTAGLIA DI APAMEA
COLLABORA

Il primo scontro fra i due eserciti ha luogo nella provincia d'Asia


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Esercito d'occidente
Esercito d'oriente
Tribuno Publio Sestio
Tribuno Marco Silano
Legione I "Italica"
Legione X "Fretensis"
Legione II "Augusta"
Legione III "Parthica"

 

Il luogo dello scontro è molto favorevole per la manovra delle legioni: esso è per lo più pianeggiante e vi sono solo delle colline disposte l'una di fronte all'altra, con una grande pianura al centro. Cn. Sulpicio Germanico aveva inviato sul posto un distaccamento della Legione II "Augusta" e due coorti della Legione I "Italica" a comando di Publio Sestio; dall'altra parte era il tribuno Marco Silano, con parte della Legione X "Fretensis", due coorti della III "Parthica" e un ristretto gruppo di turmae di cavalleria ausiliaria della Leg. X.

La Leg. II viene fatta schierare alle pendici di una collina sulla quale si è appostata l'artiglieria, la Leg. I viene posta sulla destra in modo da proteggere anche il centro dello schieramento; Silano schiera davanti alla Leg II la sua Leg X ed i cavalieri assieme alla Leg. III più avanti rispetto al resto dell'esercito.

Quelli della Leg. X, non ostante l'intenso tiro dell'artiglieria e lo scompiglio per i molti trafitti dai potenti dardi, riescono a scagliare i loro pilum su i legionari della II che, visto l'insuccesso dei nemici, posano i pilum, sguainano i gladii e si precipitano alla carica contro la X.

Le due coorti della I retrocedono per non far passare la cavalleria, ma il tentativo fallisce e gli equites alares della X si fiondano su per la collina falciando i servienti delle balliste.

Ora che l'artiglieria è fuorigioco, la III e la I vengono a contatto, Silano, che aveva partecipato esso stesso alla sortita sulla collina, vede dall'alto che le cose si stanno mettendo male per la X "Fretensis": la carica della II è riuscita, il fronte è sfondato e quelli della X aggirati ai fianchi; i soldati della X però non vanno in rotta e resistono colpo su colpo.

La situazione favorevole con la leg. I "Augusta" induce Silano a fiondarsi con la cavalleria della X alle spalle della Leg. II. I legionari di quest'ultima resistono inizialmente, poi però cedono e volgono in fuga assieme ai pochi restanti della I "Augusta".

Saputo dell'accaduto il tribuno Publio Sestio decide di partecipare personalemte alla prossima battaglia, Silano vede così fallire il tentativo iniziale di sfondamento delle sue difese in Asia da parte dell'esercito nemico.

 

 

 

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